Santissimo Sacramento

(209/157) Sabato 27 luglio 2024
S. Liliana
Estate
Santissimo Sacramento Santissimo Sacramento Santissimo Sacramento Santissimo Sacramento

Parrocchia del Santissimo Sacramento

Via Angelo Celli, 10

Frascati

Parroco: Don Franz Vicentini

PARROCCHIA SS. SACRAMENTO


  

In questa colonna, su richiesta del Parroco don Franz, ospitiamo temporaneamente le comunicazioni relative alla Parrocchia di San Giuseppe Lavoratore di Cocciano.

Lo stesso Parroco cerca un volontario che si occupi della gestione del sito parrocchiale.

  
PARROCCHIA
SAN GIUSEPPE LAVORATORE
COCCIANO
via Giuseppe Romita, 1
00044 Frascati (RM)
Tel. 06 941 9798
Sante Messe
Giorni feriali: ore 18,00
Giorni festivi: ore 8,00 - 11,00 - 18,00
Lunedģ 15 aprile, alle ore 20,00
 č iniziato il corso per fidanzati
ESTATE RAGAZZI

CARITAS DIOCESANA

Via Vittorio Veneto 44

LU - ME - VE  dalle 9,00 alle 12,00

Tel. 06 941 69 73 - 06 940 16 687

 
LETTERA DEL VESCOVO STEFANO
 

IL SINODO

"Il Sinodo č un invito a diventare una chiesa sempre pił spirituale perché il protagonista di questo cammino č lo Spirito Santo.

C’č bisogno di una chiesa che fa spazio allo Spirito Santo e tutto questo ha un unico obiettivo, quello dell’evangelizzazione.

Se il Santo Padre sta facendo questo appello in modo che tutto il popolo riesca a camminare insieme, bisogna camminare con un unico scopo ovvero quello di annunciare la buona novella e comunicare Gesł al mondo di oggi.

Scopo del Sinodo č parlare di comunione, partecipazione e missione".


Giotto, Presentazione di Gesł al Tempio

 * * *

 














































































 Attivitą

 

IL VALORE DEL PRESEPE

 di don Mauro Leonardi, da Repubblica del 5 dicembre 2018

Fare il presepe in famiglia ha, proprio oggi nella nostra società, un valore speciale. Perché Natale è la storia di una Famiglia che non trova alloggio e che però accoglie tutti: pastori, i Re Magi che sono stranieri, i vecchi e i fanciulli.

Natale ci dice che l’inclusione è l’unica strada possibile ma ci dice anche che deve essere un’inclusione secondo le regole, perché Maria e Giuseppe ci insegnano ad affrontare le difficoltà senza paure, certi della propria identità ma nel rispetto della legge.

Si sottopongono al censimento – che per i Giudei era una vergogna – perché era la legge, ma lo fanno sapendo chi sono e interrogandosi sulla diversità delle persone che si accostavano al Figlio.

Tutti questi valori sono nel midollo dell’Occidente e se la parola Occidente ha ancora senso per noi, è importante non abdicare al presepe.

Fare il presepe, inoltre, ci insegna a tenere assieme le cose altissime con quelle piccolissime, perché ci insegna a fare come il festeggiato che, per i cristiani, è, assieme, Dio onnipotente e uomo neonato.

Così nascono le statuine del presepe che sono fatte della stessa pasta, dello stesso materiale, che tu sia Dio o che tu sia uomo, che tu sia ricco come i magi o povero come i pastori, che tu sia bue o asinello.

Ci insegna che il paesaggio può essere quello della Betlemme antica o della nostra città di oggi. Perché la storia è sempre la stessa.

   

Sono aperte le iscrizioni per il
NUOVO ANNO CATECHISTICO
Rivolgersi alle Catechiste
I nuovi iscritti si possono
rivolgersi ai Sacerdoti in Sacrestia

 

PARROCCHIA SS. SACRAMENTO - FRASCATI

PARROCCHIA SAN GIUSEPPE LAVORATORE - COCCIANO

                  

 CONCLUSIONE DELL'ANNO CATECHISTICO 2017-2018 

Ti ringraziamo, Signore, per il dono delle catechiste e dei catechisti. Loro hanno scelto di mettersi al tuo servizio e di tutta la Comunita Cristiana, specialmente dei piu piccoli. Li hanno accompagnati alla scoperta della fede. Il loro impegno non è stato facile, talvolta faticoso o deludente. Ma sappiamo Gesù che a te basta qualcuno che semini, poi tu fai il resto, ci pensi tu a completare l’opera. Ricompensali, Gesù, per le loro fatiche e fa’ che siano sempre piu buoni, insomma, che assomiglino a te. E poi, Gesù , non ti dimenticare di mandarci altre persone che abbiamo il coraggio di mettersi a disposizione della Chiesa diventando catechisti e testimoni del tuo amore. 

 

DOMENICA 13 NOVEMBRE
GIORNATA MONDIALE DEI POVERI
 
"Questo povero grida e il Signore lo ascolta(Salmo 34).
Tre parole che danno una risposta a una umanità sfinita e l'agire di Dio ne rivelano l'amore misericordioso nei confronti di tutti i volti umani.
La povertà non resta una parola, ma diventa un grido che attraversa e raggiunge Dio. La speranza del povero, del migrante, l'uomo del barchino non resta delusa e Dio interviene in suo favore per donargli  la dignità perduta e liberarlo dalla prigionia delle sue povertà.
"Sentiamoci debitori nei loro confronti, perché tendendo reciprocamente le mani l'uno verso l'altro, si realizzi l'incontro salvifico che sostiene la fede, rende fattiva la carità e abilita la speranza a proseguire sicura nel cammino verso il Signore che viene". (Papa Francesco)
La tavola di un barchino per trovare  la speranza, per trovare un po' di dignita' per ricominciare. La tavola del barchino infrange un sogno.
Su quella tavola tanti morti innocenti, corpi di bambini rubati alla Vita che non hanno avuto tempo di darle un significato.
Noi qui da questa sponda guardiamo, giudichiamo e rimaniamo con le mani in mano.
Un altro atteggiamento: " bloccare" non devono venire da noi, mandiamoli indietro....
Mi domando ma la dignità della persona umana ha ancora senso? Dove inizia e  dove finisce la dignità? In tutte le religioni o stati hanno sempre dimostrato ACCOGLIENZA.
In modo particolare il Cristiano che è capace di gesti e di testimonianze che vanno oltre alle proprie capacità che sono realizzate e accompagnate da un Dio che è amore.
Dio che si serve da un fratello per far sentire la sua unica e mirabile presenza. Essere fratelli tutti, non deve essere solo uno slogan ma dovrebbe ogni giorno nel nostro piccolo incarnarsi nelle piccole o tante relazioni conoscenti e non conscenti per cambiare il nostro mondo.
Rapporti distesi, collaborativi, tabernacoli viventi in mezzo a tutti i fratelli. Il passaggio dalla tavola di un barcbino alla tavola famigliare e tavola eucaristica è uguale.
Tutte è tre le tavole: Sacrificio, dono, lode, preghiera, memoria, ringraziamento, attesa, essere uno, dialogo......
"Ogni cristiano in ogni comunità è chiamato ad essere strumento per la liberazione e la promozione dei poveri" (Evangelii gaudiium, 187).
 
D. Franz Vicentin

CRESIME 2018

Sabato 7 aprile, alle ore 18,00, il Vescovo di Frascati, Mons. Raffaello Martinelli, ha impartito il Sacramento della Cresima a 24 ragazzi della nostra Parrocchia che hanno seguito il percorso catechistico 

2018 - PRIME CONFESSIONI 

Sabato 21 aprile, alle ore 9,00, si sono avvicinati al sacramento della confessione i ragazzi che hanno frequentato il percorso catechistico 

CRESIME GIOVANI E ADULTI 2018

Domenica 20 maggio, alle ore 11, in Cattedrale, il Vescoco di Frascati, Mons. Raffaello Martinelli, ha impartito la Cresima  ad un gruppo di giovani e adulti che hanno seguito il percorso catechistico nella nostra Parrocchia

  2018 PRIME      COMUNIONI

 Domenica 27 maggio 16 ragazzi della nostra Parrocchia, che hanno seguito il percorso catechistico, hanno ricevuto la prima Comunione 


 

  ANNO CATECHISTICO 2017 - 2018

Domenica 8 ottobre 2017 abbiamo inaugurato l'Anno Catechistico 2017-2018 con il mandato del Parroco ai Catechisti

 

 

Cari Genitori, cari Ragazzi,

 

Si riprende il nostro anno all'insegna della progressione di Fede. Ai nuovi diamo il nostro benvenuto di buon inserimento nel Cammino di Fede. A quanti già Camminano sulle strade del Signore rinnoviamo il nostro saluto.  In questo tempo in cui tutto vacilla, dobbiamo far sì che l'unico punto di  riferimento, l'unico astro fisso, sia il nostro Amico Gesù. Affidiamoci a Lui. Camminiamo con Lui.

                                                                Il Parroco 

                                                                       Don Franz

 
 PROGRAMMA

 

 

MERCOLEDI'

GIOVEDÌ'

VENERDÌ'

SABATO

DOMENICA

 QUARTA ELEMENTARE

Don Franz  

17,00-18,00

 

 

   

PRIMA MEDIA

 ROSA

17,00-18,00

 

 

 

 

 TERZA ELEMENTARE

 SANDRA - IDA

 

17,00-18,00

 

 

 

 QUINTA ELEMENTARE

 PAOLA -   LUANA

 

17,00-18,00

 

 

 

 TERZA  MEDIA

FRANCA

 

 

17,00-18,00

 

 

 

TERZA MEDIA

VIVIANA

 

 

16,00-17,00

1^-3^-4^ settimana

 

 

PRIMA  MEDIA

MARISA

 

 

16,30-17,30

 

 

 SECONDA  MEDIA

FRANCA 

 

 

 

 

17,00-18,00

 

 

DOPO CRESIMA

SERENA 

 

 

 

 

15,45-16,30 UNA VOLTA AL MESE

 

 

 QUINTA ELEMENTARE

PAOLA - LUANA 

 

 

 

 

 

 

9,30-10,30

 

  QUARTA ELEMENTARE

 DON FRANZ 

 

 

 

 

 

 

10,30-11,30

 

TERZA ELEMENTARE 

 SANDRA - IDA 

 

 

 

 

 

 

 

 

DOPO LA S. MESSA

  QUARTA ELEMENTARE 

DON FRANZ  

 

 

 

 

 

 

 

 

DOPO LA S. MESSA

QUINTA ELEMENTARE 

PAOLA -   LUANA 

       

DOPO LA S. MESSA

 SECONDA  MEDIA 

MARINA 

       

DOPO LA S. MESSA

 
 Uniamoci al cammino di fede dei nostri ragazzi che iniziano la preparazione a ricevere i Sacramenti. Ricordiamo nella preghiera le Catechiste, i Ragazzi e le Famiglie.
 
  
 

 VENERDI' 6 OTTOBRE 2017   

 ABBIAMO FESTEGGIATO I 50 ANNI DEL NOSTRO PARROCO 
Ringraziamo la Corale Tuscolana che ha animato la S. Messa

MERCOLEDI' 31 MAGGIO 2017
CHIUSURA DEL MESE MARIANO
 Il Santo Rosario e la Santa Messa vespertina si sono celebrati pressol'EDICOLA MATER PIETATIS - Via Selve di Mondragone

MATER PIETATIS

Un po’ di storia

La competenza pastorale della Parrocchia del SS. Sacramento ricade, oltre che nel  territorio di Frascati, anche nelle confinanti pendici di Monte Porzio Catone. Questo deriva dalla circostanza che, fino alla metà del 1900, quelle terre facevano parte di quella che oggi noi conosciamo come Villa Mondragone, una delle dodici Ville Tuscolane, edificata nella seconda metà del 1500 sulle strutture di una antica villa romana e divenuta, nei secoli successivi, residenza di più papi. Nel 1865 la villa venne donata ai Gesuiti da un principe della famiglia Borghese e, fino al 1953, fu sede di un’importante istituzione educativa della Compagnia di Gesù: il Nobile Collegio Mondragone.

Nel 1871 una cappellina, costruita nel 1575, posta a destra dell’ingresso porticato del Collegio fu concessa ai convittori della Congregazione Mariana che la vollero restaurare ponendovi un quadro della Vergine, copia di un’immagine venerata, sotto il nome di “Mater Pietatis”, nella Casa dei Gesuiti di via degli Astalli a Roma. Il 31 maggio del 1877 una solenne processione portò l’immagine nella sua cappellina con l’impegno di rinnovare annualmente, alla chiusura del mese mariano, quell’atto devozionale.

La Mater Pietatis cominciò ben presto a ricambiare generosamente l’affetto dei convittori della villa, a cominciare dall’epidemia colerica del 1884, preservando moltissimi di loro e le loro famiglie. Durante la seconda guerra mondiale il collegio fu trasformato in rifugio per sfollati.

Nella notte del 26 gennaio 1944 i bombardamenti si fecero vicini e minacciosi e soltanto la preghiera fiduciosa dei rifugiati guidata dal padre Rettore e il suo voto, a nome di tutti, di far erigere nel parco della villa alcune edicole con l’immagine della “Mater Pietatis” se la casa ed i suoi abitanti fossero usciti illesi dal terribile bombardamento, consentì che essi fossero risparmiati. L’immagine della Mater Pietatis si trova attualmente presso la casa S. Cuore per esercizi spirituali dei Gesuiti a Galloro (Ariccia).

Per quanto risulta, nel 1946 un piccolo monumento votivo fu collocato in ricordo dello scampato pericolo in prossimità del punto più vicino al Collegio in cui erano cadute le bombe. L’8 dicembre 1947 un’altra edicola ex voto fu inaugurata all’esterno del muro di recinzione del fondo, verso l’Eremo di Camaldoli, sul Tuscolo, a cura degli ex sfollati di Frascati che avevano trovato rifugio proprio nella villa.

Della cura di questa edicola e delle altre tre che furono realizzate in quel periodo nel territorio del Collegio si occupò, fino al 1953, il compianto Fratel Giovanni Marras (1900-1990) della Compagnia di Gesù. Oggi quell’edicola si trova a monte di via Selve di Mondragone, ma il sentiero è ripido e semi abbandonato, ed è quindi più agevole raggiungerla dalla via del Tuscolo, scendendo poi per via Sesto Quintilio Valeriano verso la località Pratone – Belvedere.

Curata fino a pochi anni fa da alcuni fedeli residenti in zona che, memori delle passate tradizioni, nel mese di maggio si riunivano a pregare in quel luogo, oggi è in stato di abbandono e quasi soffocata dal verde, ma rientra, comunque, nella memoria dei frascatani che fanno capo alla competenza pastorale della nostra Parrocchia.

L’immagine della Mater Pietatis che un tempo vi era collocata era una copia delle precedenti, priva però della corona, e riporta in basso un cartiglio che recita:

   

MATER PIETATIS

ora pro nobis

Anche se peccatori

siamo sempre figli Tuoi

  Chissà se, in un sussulto di fede, sarà possibile restituire a questa edicola la dignità e l’amore che merita attraverso un semplice restauro che recuperi anche il cancelletto pericolante della recinzione e riproponga la piccola fontana che si trovava al centro della stessa e che è stata trafugata, così che la Madonnina presente in questa edicola riprenda ad attrarre fedeli.

Perché la Chiesa  ci ha detto Benedetto XVI  non cresce per proselitismo, cresce per attrazione, per attrazione materna, per la sua capacità di offrire maternità; cresce per tenerezza, per la maternità, per la testimonianza che genera sempre più figli.

La Chiesa diventa più giovane quando è capace di generare più figli, diventa più giovane quanto più diventa madre. Questa è la nostra madre, la Chiesa, e il nostro sia amore di figli. Essere nella Chiesa è essere a casa, con mamma. A casa di mamma.

Questa è la grandezza della rivelazione.

 Le edicole

La consuetudine di edificare piccole costruzioni destinate al culto ed alla venerazione religiosa ha origini antichissime. Le edicole erano un piccolo tempietto o una semplice nicchia presente in tutte le case degli antichi romani in cui erano conservate e venerate le immagini dei numi protettori della casa e del focolare domestico.

Per le sue origini “popolari”, questa forma di culto sopravvisse alla fine della religione ufficiale ed all’abolizione del culto di Giove Capitolino, e con il Cristianesimo le immagini degli dèi pagani furono sostituite da quelle cristiane della Madonna, di Gesù, di alcuni Santi. Le edicole sacre, sorte lungo le strade di campagna e negli incroci più bui dei borghi medievali, servivano a rischiarare, con i loro tenui lumini, la notte ed a proteggere i viandanti da pericoli ed agguati.

La tradizione di costruire edicole è sopravvissuta, con motivazioni diverse, fino ai giorni nostri: si ergevano ai limiti del territorio di una comunità per proteggere dai pericoli esterni, ai margini dei campi per preservare i raccolti e la vita dei contadini, ancora lungo le strade e agli incroci a protezione dei passanti, con funzione votiva: per ringraziare dallo scampato pericolo dopo un terremoto, alla fine di un periodo di siccità e carestia, dopo un’epidemia o una guerra; talvolta sono espressione di voti individuali: erette a ringraziamento per una grazia ricevuta.

L'immagine più rappresentata nelle edicole è quella della Vergine, ed è per questo che i romani le chiamano "Madonnelle". Uscendo dalle chiese, le Madonnelle si mischiano nella vita quotidiana di tutti (fedeli e non) e osservano dall'alto dei muri i viandanti frettolosi e distratti. A dispetto del tempo, sono ancora testimonianza e simbolo di una devozione popolare ancora viva, segno di tradizioni antiche.


I colori

La maggior parte delle raffigurazioni presentano la Madonna con il manto blu e l’abito rosso (più o meno intenso). Studiando i colori usati dai pittori a partire dal Medioevo, è bene cercare di comprendere come questi venivano utilizzati e percepiti, perché proprio nel Medioevo i colori iniziarono ad avere anche un significato simbolico.

I requisiti più importanti erano due: luminosità ed intensità. I colori, quindi, erano applicati con una forte saturazione, senza sfumature e mezzi toni, per sottolineare il potere espressivo, necessario a far risaltare il significato simbolico, perché nello spazio divino il colore rivelava la presenza di Dio, in quanto frutto dell’interazione fra luce e oscurità. Si tendeva, quindi, alla ricerca della luce, dell’oro e delle gemme. Era la “metafisica della luce“ che, vedeva il mondo come emanazione di Dio - luce suprema - attribuendo così alla luce un valore non solo mistico e spirituale, ma pure estetico.

Il rosso è il simbolo della natura divina, il collegamento diretto con Dio da cui Maria è stata scelta perché concepisse il Suo Figlio, e dunque non può avere che natura divina. E poiché l’abito è legato anche alla vita terrena, il colore rosso sta a significare che Maria era divina già nella sua vita terrena, prima ancora cioè che fosse assunta in cielo.

Il blu è il colore che simboleggia il più alto grado di nobiltà, non solo in pittura, è  metafora di spiritualità e trascendenza. Il manto della Madonna di colore blu rappresenta la volta celeste, talvolta trapuntata di stelle, ma simboleggia anche delle qualità materne,come la compassione, la devozione, la fedeltà, associate alla Vergine Maria che incarna l’ideale della madre perfetta.

L'oro aveva in sé antiche associazioni che rendevano il suo valore trascendentale. Essendo sinonimo di regalità, offrirlo a Dio, nell'arte sacra, era il modo migliore per dimostrare la propria devozione. L'oro rappresenta la luce stessa ed era usato per suggerire l'illuminazione ultraterrena.

         In conclusione, i colori rivelano che Maria è la Madre di Dio, colei che è piena della Grazia di Dio.

La Pietà mariana

Maria, la Madre del Signore, è contemplata assisa nell’alto dei cieli eppure è sentita sempre vicina a tutti coloro che, tra le prove del cammino, anelano all’incontro con il Suo Figlio.

La pietà verso la Madre di Dio non è testimoniata soltanto dalle preghiere comunitarie e private: l’architettura, la pittura, la scultura, la vetrata, il mosaico, la miniatura, la melodia, gli inni, la poesia e la prosa in latino e in volgare, contribuiscono a plasmare la fisionomia della venerazione mariana, risultando un tipo di espressione il riflesso dell’altra.

Si pensi esemplarmente alle ardite chiese medievali dedicate a Maria (da Chartres, a Notre-Dame a Parigi, al duomo di Milano, di Firenze e di Siena, alla cappella Sistina in Vaticano originariamente dedicata a Maria), come alla semplice tradizione popolare della «scoperta» dell’immagine mariana venerata in santuari di pellegrinaggio e in edicole votive nelle strade e nei sentieri meno frequentati.

Raccogliamo il pensiero di San Luigi Maria da Montfort, formatore sapiente di anime anche alla pietas mariana:

 

  "Quand’è che le anime respireranno Maria

come i corpi respirano l’aria?

Allora accadranno cose meravigliose su questa terra" .

 In Te, o Vergine Santa,

gli angeli trovano la gioia,

i giusti la grazia,

gli afflitti la consolazione,

gli infermi la guarigione,

i peccatori il perdono,

e lo troveranno per sempre,

perché Dio ha riunito in Te

la pienezza di tutti i beni.

  Mater Pietatis,

Tu che sei la più beata fra tutti i beati,

prega per noi

Mese Mariano, Maggio 2017

         A cura di don Franz, Stelvio, Francesco, Paolo


TERREMOTO ITALIA CENTRALE
Nelle S.Messe di sabato 17 e domenica 18 settembre sono stati raccolti E 1100.00 che, secondo le indicazioni della CEI, saranno destinati ai terremotati dell'Italia centrale
Grazie a tutti per la generosità e la sensibilità dimostrata
60° ANNIVERSARIO DELLA NOSTRA PARROCCHIA
Nella riunione di giovedì 14 settembre, il Consiglio Pastorale Parrocchiale ha condiviso la proposta del Parroco di celebrare il 60° anniversario della nostra Parrocchia alla data del 2 febbraio 2017, secondo un programma - da definire nei prossimi giorni -
pastorale, religioso e conviviale che dovrà coinvolgere tutta la Comunità del SS. Sacramento, così come è accaduto per la festa parrocchiale dello scorso 12 giugno.

Ancora una volta, quindi, si incontreranno le famiglie, partendo da quelle più lontane, perché nessuno si senta emarginato, si annuncerà il Vangelo in un'ottica mirata a meglio comprendere la realtà in cui la Parrocchia opera, si cercherà di rafforzare il rapporto con i luoghi e le persone ascoltando, accogliendo e accompagnando la Comunità verso una convinta crescita spirituale

Dalla partecipazione al pellegrinaggio in S, Pietro del 1° febbraio 2017 sono stati ricavati 1600 euro. Per i pullmann sono serviti 1400 euro, mentre i restanti 200 euro sono stati consegnati nella Sacrestia della Basilica di S.Pietro dove abbiamo celebrato la S. Messa.

Ancora grazie a tutti coloro che hanno partecipato.

Estratto dall'OSSERVATORE ROMANO del 2 febbraio 2017

All’udienza generale di mercoledì 1 febbraio, nell’aula Paolo VI, erano presenti i seguenti gruppi dall’Italia: Parrocchia Santissimo Sacramento, in Frascati; Parrocchia Santa Maria Maggiore e San Sebastiano, in Valmontone; Comando provinciale della Guardia di Finanza, di Parma; Associazione nazionale Carabinieri, di Esperia; Gruppo dell’Università di Reggio Calabria; Corale Santi Nazario e Celso, di Villa San Sebastiano; Gruppo della Fondazione Santa Lucia, di Roma; Partecipanti al Convegno promosso dai Silenziosi Operai della Croce; Centro di spiritualità della misericordia, di Gela, con il Vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana; Gruppi di fedeli da Caramagna e Chiaravalle Centrale.

All’udienza generale il Papa parla della speranza nella vita dopo la morte

Realtà certa

«Anche la nostra risurrezione e quella dei cari defunti non è una cosa che potrà avvenire oppure no, ma è una realtà certa, in quanto radicata nell’evento della risurrezione di Cristo»: lo ha sottolineato con forza Papa Francesco all’udienza generale di mercoledì mattina, 1° febbraio, nell’aula Paolo VI.

Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Nelle scorse catechesi abbiamo iniziato il nostro percorso sul tema della speranza rileggendo in questa prospettiva alcune pagine dell’Antico Testamento. Ora vogliamo passare a mettere in luce la portata straordinaria che questa virtù viene ad assumere nel Nuovo Testamento, quando incontra la novità rappresentata da Gesù Cristo e dall’evento pasquale: la speranza cristiana. Noi cristiani, siamo donne e uomini di speranza.

È quello che emerge in modo chiaro fin dal primo testo che è stato scritto, vale a dire la Prima Lettera di San Paolo ai Tessalonicesi. Nel passo che abbiamo ascoltato, si può percepire tutta la freschezza e la bellezza del primo annuncio cristiano. Quella di Tessalonica è una comunità giovane, fondata da poco; eppure, nonostante le difficoltà e le tante prove, è radicata nella fede e celebra con entusiasmo e con gioia la risurrezione del Signore Gesù.

L’Apostolo allora si rallegra di cuore con tutti, in quanto coloro che rinascono nella Pasqua diventano davvero figli della luce e figli del giorno (5, 5), in forza della piena comunione con Cristo.

Quando Paolo le scrive, la comunità di Tessalonica è appena stata fondata, e solo pochi anni la separano dalla Pasqua di Cristo. Per questo, l’Apostolo cerca di far comprendere tutti gli effetti e le conseguenze che questo evento unico e decisivo, cioè la risurrezione del Signore, comporta per la storia e per la vita di ciascuno. In particolare, la difficoltà della comunità non era tanto di riconoscere la risurrezione di Gesù, tutti ci credevano, ma di credere nella risurrezione dei morti. Sì, Gesù è risorto, ma la difficoltà era credere che i morti risorgono. In tal senso, questa lettera si rivela quanto mai attuale. Ogni volta che ci troviamo di fronte alla nostra morte, o a quella di una persona cara, sentiamo che la nostra fede viene messa alla prova. Emergono tutti i nostri dubbi, tutta la nostra fragilità, e ci chiediamo: Ma davvero ci sarà la vita dopo la morte?

Potrò ancora vedere e riabbracciare le persone che ho amato...?. Questa domanda me l’ha fatta una signora pochi giorni fa in un’udienza, manifestando un dubbio: “Incontrerò i miei?”. Anche noi, nel contesto attuale, abbiamo bisogno di ritornare alla radice e alle fondamenta della nostra fede, cosi da prendere coscienza di quanto Dio ha operato per noi in Cristo Gesù e cosa significa la nostra morte. Tutti abbiamo un po’ di paura per questa incertezza della morte. Mi viene alla memoria un vecchietto, un anziano, bravo, che diceva: “Io non ho paura della morte. Ho un po’ di paura a vederla venire”. Aveva paura di questo.

Paolo, di fronte ai timori e alle perplessità della comunità, invita a tenere salda sul capo come un elmo, soprattutto nelle prove e nei momenti più difficili della nostra vita, la speranza della salvezza. È un elmo. Ecco cos’e la speranza cristiana.

Quando si parla di speranza, possiamo essere portati ad intenderla secondo l’accezione comune del termine, vale a dire in riferimento a qualcosa di bello che desideriamo, ma che può realizzarsi oppure no. Speriamo che succeda, è come un desiderio. Si dice per esempio: Spero che domani faccia bel tempo!; ma sappiamo che il giorno dopo può fare invece brutto tempo... La speranza cristiana non è cosi. La speranza cristiana è l’attesa di qualcosa che già è stato compiuto; c’è la porta lì, e io spero di arrivare alla porta. Che cosa devo fare? Camminare verso la porta! Sono sicuro che arriverò alla porta. Così è la speranza cristiana: avere la certezza che io sto in cammino verso qualcosa che è, non che io voglia che sia. Questa è la speranza cristiana. La speranza cristiana è l’attesa di una cosa che è già stata compiuta e che certamente si realizzerà per ciascuno di noi. Anche la nostra risurrezione e quella dei cari defunti, quindi, non è una cosa che potrà avvenire oppure no, ma è una realtà certa, in quanto radicata nell’evento della risurrezione di Cristo. Sperare quindi significa imparare a vivere nell’attesa.

Imparare a vivere nell’attesa è trovare la vita. Quando una donna si accorge di essere incinta, ogni giorno impara a vivere nell’attesa di vedere lo sguardo di quel bambino che verrà. Così anche noi dobbiamo vivere e imparare da queste attese umane e vivere nell’attesa di guardare il Signore, di incontrare il Signore. Questo non è facile, ma si impara: vivere nell’attesa.

Sperare significa e implica un cuore umile, un cuore povero. Solo un povero sa attendere. Chi è già pieno di sé e dei suoi averi, non sa riporre la propria fiducia in nessun altro se non in se stesso.

Scrive ancora san Paolo: Egli [Gesù] è morto per noi perché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui≫ (1 Ts 5, 10). Queste parole sono sempre motivo di grande consolazione e di pace. Anche per le persone amate che ci hanno lasciato siamo dunque chiamati a pregare perché vivano in Cristo e siano in piena comunione con noi. Una cosa che a me tocca tanto il cuore è un’espressione di san Paolo, sempre rivolta ai Tessalonicesi. A me riempie della sicurezza della speranza. Dice così: E così per sempre saremo con il Signore (1 Ts 4, 17). Una cosa bella: tutto passa ma, dopo la morte, saremo per sempre con il Signore. È la certezza totale della speranza, la stessa che, molto tempo prima, faceva esclamare a Giobbe: Io so che il mio redentore è vivo [...]. Io lo vedrò, io stesso, i miei occhi lo contempleranno  (Gb 19, 25.27). E così per sempre saremo con il Signore. Voi credete questo? Vi domando: credete questo? Per avere un po’ di forza vi invito a dirlo tre volte con me: “E così per sempre saremo con il Signore”. E là, con il Signore, ci incontreremo.

Sul numero 24 de ILTUSCOLO (febbraio-marzo) è stato pubblicato un articolo sul 

 60° ANNIVERSARIO DELL'INIZIO DELL'ATTIVITA' PASTORALE DELLA NOSTRA PARROCCHIA (1957)

 
 MERCOLEDI' 20 APRILE 2016
 
La Comunità del SS. Sacramento ha festeggiato il  Parroco, don Franz Vicentini, per i 20 anni di ministero sacerdotale partecipando numerosa alla celebrazione della S. Messa delle ore 18,00 di mercoledì 20 aprile e, subito dopo, ad un brindisi augurale nel salone parrocchiale.

  
Ringraziamo il Signore per aver concesso alla Comunità del SS. Sacramento un Sacerdote che, in forza della Fede e dei valori spirituali e morali ispirati dalla famiglia e custoditi nella Carità, guida i suoi parrocchiani ad una vita di rettitudine e di umanità verso i più bisognosi.

GRAZIE DON FRANZ 

GIUBILEO PARROCCHIALE 

Sabato 5 marzo 2016 i fedeli della nostra Parrocchia si sono recati in Vaticano per varcare la Porta Santa nel Giubileo della Misericordia. I pellegrini hanno pregato per tutta la comunità del SS. Sacramento, in particolar modo per coloro che, per motivi di salute, non hanno potuto partecipare al pellegrinaggio.

 

 

 

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